Nuke The Whales & Martino Diacono
L’anti-tradizione
che attualmente attraverso il mondo occidentale, come un parassita
che contamina la purità dei pensieri, è parte di una concezione più
grande che ha nel mondo manicheo il suo principale rappresentante.
Di
fatto dietro questo parola si nascondono “filosofie”, concezioni
“teologiche”, aspetti “politici”, modelli di comportamento e
mode. Il manicheismo pur tuttavia ha come base tutti gli aspetti
concettuali sopra elencati perché ha bisogno di controllare la
cultura per influenzarla e renderla malleabile alle sue operazioni di
disgregamento sociale.
Uno
dei primi obiettivi del manicheismo moderno è quella di eliminare i
ritmi naturali della vita per sostituirli con una anti-simbologia
“religiosa” che contribuisce a estirpare i ricordi, la storia e
le sue rappresentazioni. Ma nonostante le varie difficoltà provocate
esiste sempre una via iniziatica, celata ai più, che mantiene nel
mondo come delle oasi dove la Tradizione più antica viene mantenuta
viva per essere centellinata e rilasciata lentamente nei tempi ai
popoli come un farmaco che allevia i sintomi del mono-pensiero.
Descriveva l’animo manicheo S.F. Frank “chi
ami la verità o la bellezza è sospetto di indifferenza per il
benessere del popolo e condannato perché dimenticherebbe i beni
materiali e interessi illusori e passatempi lussuosi; chi poi ami Dio
è spacciato per un nemico diretto dl popolo”.
Il
punto centrale del manicheismo è la negazione di Dio, ma una
negazione sottile mettendo Dio sullo stesso piano di Satana ed in tal
modo si nega la sua Onnipotenza e il suo Amore Paracliteo attraverso
il Figlio e la sua Sapienza nella Theotokos. Si attua sostanzialmente
un dualismo gnostico che prende forme diverse durante i secoli. Nel
nostro secolo si chiama Modernismo, il padre del Catto-Comunismo.
Sempre Frank annotava nel 1918 “che
politici sono costoro che nei loro programmi e nel loro modo di agire
considerano non il popolo reale ma un ideale fantastico”.
Oggi
stiamo vivendo esattamente la stessa vicenda e la domanda di Frank è
rimasta purtroppo senza risposta essendo attualissima. Il cammino
verso una ricreazione presuppone di passare dostoewskinamente
attraverso il disfacimento
e la scomposizione al fine di ritrovare la luce smarrita nello
spirito barbarico e decadente del mondo contemporaneo. La
caduta nel nichilismo ci porta in un labirinto di paranoie in cui la
ragione umana si muove quando la visione ontologica viene alterata e
l’uomo, che ha voluto sottomettere la natura all’utopia, si trova
schiavo e cieco.
In
un certo senso il manicheismo è una specie di atto magico che tende
a riempire il silenzio meditativo con la turpitudine ed altre forme
spregevoli che indica come il “bene” disprezzando tutti coloro
che cercano un ordine superiore ontologico. I
moderni manichei scambiano le astrusità del pensiero per realtà
vive che proiettano nel mondo reale con una non nascosta vanteria di
possedere una “profonda conoscenza” della società e della sua
cultura. Il dualismo li acceca nelle loro valutazioni ed è per
questo che esiste una patologia della lotta che viene reiterata
sostituendo continuamente le “classi” sino a pervenire al loro
annullamento.
Il
decadentismo porta la decadenza umana e spirituale ad un livello tale
che il male diventa la luce che illumina il mondo, il mondo di lati
oscuri, di paure, ansie, ossessioni negazioni e forma deformate della
vita naturale. Il
fatto creativo viene reso impopolare perché legato ad una struttura
concettuale “antica”; tutto ciò che è legato all’ordine della
storia viene ridiscusso alla luce del manicheismo del pensiero unico,
senza pensare che anche il manicheismo sarà sottoposto al tribunale
della storia.